L’EFFICIENZA DEL QI GONG E DEL TAIJI QUAN SULLA SALUTE

IL PARERE DELLA SCIENZA – PART 01

Il mondo del “Qi”, l’energia vitale e la medicina occidentale

Le acquisizioni scientifiche degli ultimi decenni stanno avvicinando sempre di più il mondo dell’energia vitale, il “Qi”, all’Occidente. Da una parte i nuovi orizzonti scientifici stanno rendendo possibile e accessibile la verifica di fenomeni legati al “Qi” fino a pochi decenni fa denigrati e relegati fuori dalla categoria di “scienza”; dall’altra, stanno fornendo strumenti sempre più raffinati per spiegare in termini occidentali ciò che in Oriente era stato in qualche modo scoperto e acquisito da millenni.

Il concetto di malattia
Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization, 1947), la salute si fonda sull’equilibrio di quattro fattori: benessere fisico, mentale, sociale e spirituale. Nonostante questa visione in cui la dualità mente-corpo sembra essere un lontano passato, l’approccio concreto alla salute resta ancora, di fatto, lontano dalla visione olistica orientale.
“Malattia si ha quando il sistema-organismo si scompensa eccessivamente”, scrive Elisa Rossi, “quando il disordine ostacola un funzionamento soddisfacente e il sistema risulta disturbato oltre una misura tollerabile” (Elisa Rossi. Sull’Agopuntura. Dialogo tra un medico esperto di agopuntura e un curioso della materia. Edizioni Colibrì, 2015, p. 25).
Anche il ruolo del medico risente di un’impostazione diversa. Il medico, spiega la Rossi, “Ha un approccio complessivo al ‘caso clinico’, prima di tutto esiste cioè una persona. Il paziente è un soggetto che soffre di un mal-essere, un individuo che non sente il ben-essere. Ha disturbi che in medicina convenzionale chiamiamo in genere ‘patologie’ e in medicina cinese ‘alterazioni dell’equilibrio’, che riguardano il suo insieme psico-fisico” (Elisa Rossi. Op. cit. p. 26).
Si può quindi comprendere che questi primi tentativi di sperimentazione e di studio possano risentire di una differenza di approccio, nonostante tutto, ancora così sostanziale.

Medicina preventiva
Sin dall’antichità esisteva in Cina una “medicina preventiva” (weisheng, proteggere la vita o yangsheng, nutrire la vita), basata su tutta una serie di accorgimenti che comprendevano alimentazione, esercizio fisico collegato a esercizi di respirazione (quello che poi divenne il Qi Gong), igiene sessuale, indicazioni per il mantenimento di uno spirito sereno… La salute era vista già allora come il risultato di un insieme di fattori, compresi quelli che oggi chiameremmo psicologici e ambientali, strettamente collegati e interconnessi.
Il Qi Gong ed il Taiji Quan affondano le proprie radici in questa antica tradizione di mantenimento della salute e cura dell’equilibrio complessivo della persona.

I benefici osservati
La pubblicazione a cura della “Harvard Medical School” di Boston (USA) di una vera e propria guida sull’efficacia del Taiji Quan e del Qi Gong, che riporta i risultati di una mole davvero notevole di studi, ha messo in luce il crescente interesse della medicina e della scienza di tutto il mondo per queste antiche pratiche energetiche cinesi (Peter M: Wayne, PHh.“The Harvard Medical School Guide to Tai Chi: 12 Weeks to a Healthy Body, Strong Heart & Sharp Mind”. Boulder, Shambhala, 2013).
Ciò che colpisce subito dalla lettura dei molteplici studi citati nel testo, è la brevità della sperimentazione. Come annunciato anche dal titolo della guida (12 settimane per un corpo sano, un cuore forte e una mente acuta), spesso si parla di settimane o mesi.
L’acquisizione di un discreto livello in queste pratiche richiede, tuttavia, un periodo considerevolmente lungo, quantificabile in anni più che in mesi o settimane (in realtà si dice che duri tutta la vita…) e sembra davvero degno di nota il fatto che si siano manifestati effetti positivi in un così breve lasso di tempo.

Questi risultati, quindi, sembrano mettere ancor più in evidenza alcune caratteristiche che, da subito, rendono queste pratiche efficaci:

  1. La qualità del movimento, basato sulla lentezza, sulla circolarità, sulla continuità e sulla fluidità che favorisce la produzione di endorfine e dona da subito una sensazione di sollievo e benessere;
  2. L’atteggiamento positivo, proattivo, che implica l’attivazione delle risorse per favorire, in prima persona, la propria salute psico-fisica.
  3. L’azione del gruppo, che favorisce la socializzazione e la “risonanza” con un ambiente armonico, equilibrato, rispettoso delle individualità e delle debolezze, favorendo l’auto-accettazione e un lavoro di consapevolezza corporea in un ambiente protetto e sotto la supervisione dell’insegnante;
  4. Il contatto con l’energia dell’insegnante, propulsore di un modello energetico, corporeo e non-verbale che il corpo degli allievi è da subito in grado di percepire e di utilizzare.

Una sorta di “risonanza” benefica, che muove l’energia vitale, il “Qi”, anche quando la tecnica individuale non è ancora in grado di farlo. Il concetto di risonanza, che ha un ruolo fondamentale in queste discipline, ha una sua validità anche attraverso i neuroni specchio, (che inducono nell’organismo di chi osserva le stesse trasformazioni e reazioni che avvengono nel soggetto osservato) e il campo elettromagnetico del cuore (“La componente magnetica del cuore… può essere misurata a diversi piedi di distanza dal corpo con uno strumento a superconduzione di interferenze quantiche basato su magnetometri” (Giuseppe Sacco. Psicofisiologia, meditazione e spiritualità p. 100. In “Spiritualità, benessere e pratiche meditative. Op. cit.).
Un insegnante, quindi, che produce in sé stesso gli effetti benefici del Taiji Quan e del Qi Gong, può trasmetterli almeno in parte agli allievi con effetti immediatamente percepibili in termini di benessere generale.

Le neuroscienze hanno portato moltissimi contributi nella comprensione dei meccanismi attraverso i quali le antiche pratiche orientali agiscono sull’organismo. Una delle principali scoperte è stata quella di dimostrare che il cervello, sia come “organo” che come funzione (la mente), è in continua trasformazione (anche in età adulta) attraverso le esperienze. Situazioni, ed emozioni positive agiscono come fattori riparatori e rigeneratori che poi, a loro volta, attivano il sistema immunitario e la capacità di risposta e guarigione (Daniel. J. Siegel. Mindfulness e cervello. Milano: Raffaello Cortina ed. 2009).

Fonti
Chopra. Deepak. Guarirsi da dentro. Milano: Sperling & Kupfer, 1992
Rossi, Ernest. La psicobiologia della guarigione psicofisica. Roma: Astrolabio, 1987
Cohen, Kenneth. L’Arte e la Scienza del Qi Gong. Genova: Erga edizioni, 200
Siegel, Daniel J. La mente relazionale. Neurobiologia dell’esperienza interpersonale. Milano: Raffaello Cortina ed. 2013
Daniel. J. Siegel. Mindfulness e cervello. Milano: Raffaello Cortina ed. 2009
Vigne, Jacques. Meditazione, emozioni e corpo cosciente. Le pratiche meditative alla luce delle neuroscienze. Milano: MC Editrice, 2012
Wayne, Peter M. PhD, with Mark L. Fuerst. The Harvard Medical School Guide to Tai Chi. Boulder: Shamhala, 2013
Spiritualità, benessere e pratiche meditative: Il contributo della psicoterapia, delle neuroscienze e delle tradizioni religiose. A cura di Mario Becciu, Stefania Borgo, Anna Rita Colasanti e Lucio Sibilia. Milano: Franco Angeli, 2015

Articolo tratto dal web